I render odierni lasciano ampio spazio a correzioni cromatiche anche radicali: il file raster di uscita ha una profondità colore di 16 bit, quindi contiene al suo interno una quantità di informazioni su luce e colore superiore a quanto un normale monitor è in grado di mostrare… persino superiori a quanto la vista umana è in grado di percepire in un solo momento (ovvero senza considerare la nostra facoltà di adattarci a quantità di luce ambientale differenti). Possiamo perciò tirare fuori dettagli nascosti ebilanciare luci e ombre come ci serve con una sola problematica: avere diversi livelli in un file ad alta risoluzione con profondità colore elevata e spazio colore di quadricromia significa talvolta dover gestire dei file di peso superiore al gigabyte…
Per rendere più emozionanti le immagini digitali, spesso utilizzo la tecnica della sovrapposizione di livelli con diversi metodi di fusione per ottenere un generale aumento della definizione e del contrasto tonale e luminoso.
In particolare, uno dei “trick” di semplice realizzazione e ottimo effetto è quello di copiare un livello identico all’originale, portarlo in bianco e nero, impostare il suo metodo di fusione in modalità “Sovrapponi” (overlay) e poi modificare con la regolazione delle curve o dei livelli il bilanciamento luminoso del livello in bianco e nero, modificando l’effetto di contrasto che spesso è troppo pronunciato. Per ripristinare la cromia originale, alterata dal forte contrasto, possiamo copiare nuovamente sopra a tutto il livello di partenza e impostarne il metodo di fusione su “Colora“.
Vi svelo un altro semplice trucchetto: l’effetto del livello in “Sovrapponi” è buono ma le alte-luci risultano “bruciate”?Possiamo rimediare creando una maschera al livello superiore in “Sovrapponi” usando come mappa di opacità proprio l’immagine sottostante, ma invertita: in questa maniera l’azione della sovrapposizione sarà pronunciato sulle ombre e gradualmente meno forte sui mezzitoni, fino a sparire completamente sulle luci.